Masquerade – il segreto del sangue. Capitolo 2

CAPITOLO 2. Milos. Sette ore prima.

Milos fece l’occhiolino alla ragazza in fondo al bancone. L’aveva notata appena era entrata nel club. Un vestitino rosso generoso a mostrare le cosce, i capelli lunghi raccolti in una coda alta, il viso ben proporzionato, due occhi neri che lo mangiavano. Forse non era neppure maggiorenne. Stava con un’amica che saltava seguendo il ritmo della musica, completamente su di giri. Milos stimò che non avrebbe rappresentato alcun ostacolo.
 – Tourette! Fammi cinque Mohito!- urlò a Cosma che ondeggiava tra un bicchiere e l’altro a qualche passo da lui. Ancora non capiva come potesse essere così rapida nel servizio. Non poteva batterla nessuno.
 A Milos piaceva, ma sapeva di non aver nessuna possibilità. Non aveva mai accettato un aperitivo, o una colazione con lui. Era una femmina tosta Tourette. Si era meritata quel nomignolo perché non era una che andava per il sottile quando c’era da insultare qualche ubriaco molesto. Una volta aveva sperimentato anche lui la sua furia verbale.
 Milos finì di riempire due boccali di birra, prese i soldi del cliente e con una giravolta ben calcolata raggiunse la cassa. Pigiò i tasti alzando lo sguardo sulla ragazza in fondo al bancone. Era ancora lì e non gli scollava gli occhi di dosso. Milos diede un colpo al tiretto della cassa con il fianco e la raggiunse arrotolandosi le maniche della camicia.
 – Cosa desidera, signorina?-
 – Due Pilsner.- rispose lei mordicchiandosi il labbro.
 Milos si mosse agile tra i bicchieri e i rubinetti di birra. Tornò da lei e le si avvicinò all’orecchio per dirle il prezzo. Si guardarono negli occhi. Milos sentiva che era cosa fatta. Avrebbe avuto il suo scalda-letto per la notte. Il sorriso della ragazza cambiò in una smorfia. Iniziò a tossire, sempre più forte.
 – Tutto ok?- volle assicurarsi Milos. E la ragazza gli sputò addosso un grumo di sangue e muco.

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